sabato 20 dicembre 2014

Om mantra

La Māṇḍūkya Upaniṣad propone un metodo per accedere al quarto stato: la recitazione consapevole del mantra Oṃ.
Questo Oṃ può essere inteso come composto ("con misure", mātrā[7]: vedi il sūtra III-8), oppure non composto ("senza misura",amātrā: vedi l'ultimo sūtra, il IV-12). Le misure corrispondono alle tre lettere "A", "U", "M", la cui corretta pronuncia dà come suono l'Oṃ. Questo suono, inteso come unico, monosillabico, senza parti, non misurabile, è il quarto stato. E così Gauḍapāda commenta l'ultimosūtra:
« Colui il quale riconosca la lettera oṃ come senza parti e allo stesso tempo pieno di parti, costui è veramente un saggio, non una persona qualunque. »
(Gauḍapādakārikā, IV-29, traduzione di Filippani Ronconi, 2007, Op. cit.)
Le tre lettere sono simboli sonori dei primi tre stati, come spiegano i sūtra III-8:11, per cui si ha la seguente corrispondenza:
  1. lettera A: stato di veglia
  2. lettera U: stato di sonno con sogni
  3. lettera M: stato di sonno profondo
  4. suono Oṃ: quarto stato

« Om. Om è tutto questo. Di ciò [si dà ora] una chiara spiegazione: [ciò] che è il passato, il presente e il futuro è soltanto l'oṁkāra. E ciò che oltrepassa il triplice tempo è ancora la sillaba Om. »
(Māṇḍūkya Upaniṣad I-1, traduzione di Rapahel, 2010, Op. cit.)
Il divenire, con la successione temporale passato-presente-futuro, è rappresentato dalla sillaba Oṃ, ma anche ciò che trascende il divenire è ancora Oṃ. Come questo mantra sillabico possa contemporaneamente rappresentare l'esistente e l'essere, verrà spiegato nella III parte.[1] Di seguito la upaniṣad sancisce invece l'identità Brahman-ātman:
« Invero, tutto ciò è Brahman. Questo ātman è Brahman e l'ātman ha quattro piedi-quarti. »
(Māṇḍūkya Upaniṣad I-2, traduzione di Rapahel, 2010, Op. cit.)

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