sabato 20 dicembre 2014

kundalini _ Mithuna, mithunam: unione sessuale, copulazione, rapporto sessuale

kundalini

Le vie dello Shivaismo del Kashmir

In quel sistema teologico-filosofico successivamente etichettato come Shivaismo del Kashmir sono descritti altri metodi per manipolare la kundalini e quindi ottenere la liberazione in vita. L'indologa Lilian Silburn elenca i seguenti metodi: distruzione del pensiero dualizzante;

 interruzione del soffio; 

frullamento dei soffi;
contemplazione delle estremità; 

espansione della via mediana. 

A questi vanno considerati aggiunti metodi di intervento "esterni", quali la cosiddetta 

"pratica del bastone" e 

l'iniziazione mediante penetrazione.[29]

La via dello Hatha Yoga


Disegno che raffigura una tecnica di respirazione a narici alternate, tipica dello Hatha Yoga per la "pulizia" dellenāḍī
La manipolazione di Kundalini non è possibile se prima non si è provveduto a purificare il sistema dei canali energetici del corpo sottile, le nāḍī. A tale scopo l'adepto deve preliminarmente dedicarsi a operazioni finalizzate a tale scopo, lenāḍīśodhana. Queste prevedono posizioni specifiche (āsana) accompagnate da tecniche di
 respirazione controllata
recitazioni di mantra
Va evidenziato che i risultati non sono affatto subito evidenti: 
il praticante vi si dovrà dedicare 

quotidianamente per diversi mesi.
Stante alla Śiva Saṃhitā, al termine il corpo fisico si presenterà più 

armonioso, 

profumato,

dotato di una voce ben risonante.[26]
Sono tre le nāḍī principali: suṣumṇāiḍā e piṅgalā: queste ultime sono come avvolte attorno alla prima, che invece è dritta, ergendosi dalla zona del perineo fino al cranio.[27] La suṣumṇā è la via maestra di risalita di Kundalini: le tecniche di purificazione hanno anche e soprattutto lo scopo di evitare che Kundalini risalga seguendo iḍā e piṅgalā. Infatti è anche possibile che Kundalini si risvegli e risalga in modo anomalo, come nel caso precedente, o anche spontaneamente: queste occasioni non conducono alla liberazione, anzi possono causare problemi.[28] Così un maestro del XIV sec.:
« Kundalini può dare la liberazione agli yogi, ma incatenare gli ignoranti. » IN ORANTI  = coloro che non pregano.
(Svatmarama; citato in Feuerstein 1998, p. 169)


La prassi per il "risveglio" e la "risalita" di Kundalini segue strade differenti a seconda della tradizione e quindi dei testi adottati. L'indologa francese Lilian Silburn che si è occupata teoricamente e attivamente di questo argomento distingue fra i metodi che derivano dalle tradizioni del Kula e quelli molto più tardi che fanno capo a testi quali la Haṭhayoga Pradīpikā, la Gheraṇḍa Saṃhitā e la Śiva Saṃhitā (scritti all'incirca dopo il XV secolo). Questi ultimi prevedono un impegno continuo basato molto sul lavoro sul corpo fisico e sottile: stiamo parlando dello Hatha Yoga. I testi tantrici precedenti fanno invece riferimento a metodi che sono assimilabili alla mistica, metodi che coinvolgono la spiritualità intrinseca in elementi quali

la parola,

il pensiero, 

la consapevolezza,

la meditazione.[25]


Come accennato, nelle tradizioni tantriche la liberazione dal ciclo delle rinascite è vista come il "risveglio" di Kundalini seguito dalla relativa ascesa (śat chakra bedhana) nel corpo sottile fino all'ultimo chakra, dove stabilmente deve permanere in unione con Śiva. In questo stadio l'adepto ha definitivamente abbandonato il suo ego individuale (ahmakara) per identificarsi col Soggetto universale (aham).[22]
Questo percorso è vissuto dall'adepto come "attivazione", "apertura" dei chakra interessati, che ordinariamente si trovano "inattivi", come "chiusi". Il simbolismo dei fiori di loto illustra bene questo meccanismo: i petali si dischiudono al passaggio di Kundalini e successivamente si richiudono, col risultato però di aver cambiato di stato.[23] Kundalini stessa subisce cambiamenti di stato: in alcuni testi si preferisce distinguere tre aspetti: śaktikuṇḍalinī ("energia arrotolata"), per indicare Kundalini che risiede inerte nel primo chakra, il mūlādhāracakraprāṇakuṇḍalinī ("energia dei soffi vitali"), per designare Kundalini che circola nel corpo sottile; parakuṇḍalinī("energia assoluta"), Kundalini pronta per fondersi con Śiva nell'ultimo chakra (il dvādaśānta o il sahasrāracakra, a seconda dei testi).[24]


La kuṇḍalini ha interessato anche studiosi quali lo psicoanalista Carl Jung[20], che ha cercato paralleli con la struttura e il funzionamento dell'inconscio, trovando corrispondenze dei suoi concetti di anima e animus con Kuṇḍalini e Śiva rispettivamente.[19]
Jung, che aveva letto il testo di Avalon nel 1930, seguito i seminari dell'indologo tedesco Wilhem Hauer sullo Yoga, e si era già espresso affermando di aver trovato interessanti corrispondenze fra la propria
 visione e quella dello Yoga stesso, ebbe però un atteggiamento ambivalente nei confronti della kuṇḍalinī, ravvisando, nelle tecniche di risveglio della stessa, il 
pericolo di essere sommersi dalle forze 
dell'inconscio, qualcosa che quindi si 
opponeva alla realizzazione della personalità.

Interessante è la sua visione della
disposizione anatomica dei cakra: 

il primo cakra, quello dove riposa Kuṇḍalinī, il mūlādhāra, dovrebbe essere situato in alto, e l'ultimo in basso.[21]

La decontestualizzazione di questi concetti, la kuṇḍalini e il suo risveglio, i cakra, il corpo sottile, anche i mantra e forse soprattutto le pratiche sessuali tipiche di alcune tradizioni tantriche, ha però creato, la diffusione di manipolazioni e letture personalizzate. La Società Teosofica prima[19] e i movimenti New Age , si sono interesati all'argomento kuṇḍalini.


Maithuna o Mithuna è un termine Sanscrito usato nel Tantrismo, spesso tradotto come "Unione sessuale" in un contesto rituale.
Nella sezione più importante dei cinque Makara costituisce spesso il rituale principale del Tantra, conosciuto anche come PanchemakaraPanchatattva e Tattva Chakra. Sebbene alcuni scrittori, sette e scuole (per esempio Yogananda) lo considerino un atto puramente mentale e simbolico, guardando a diverse variazioni (o traduzioni) della parola 
maithuna, mostra chiaramente che quest'ultima 
si riferisce alla coppia maschio-femmina 
nella loro unione fisica, in senso 
sessuale, ed è sinonimo di kriya nishpatti. Esattamente come né lo spirito né la materia sono efficaci di per sé, ma lo sono 
lavorando insieme come coppia e 
portando armonia, allo stesso modo
 maithuna è efficace solo se l'unione è consacrata

La coppia, da umana, diventa divina
ella è Shakti ed egli è Shiva. Le scritture avvertono che, in mancanza di una trasformazione spirituale, l'unione diventa carnale e peccaminosa. È anche possibile esperire una forma di maithuna di tipo mentale. 
L'atto non esiste sul piano metafisico 
senza penetrazione sessuale, dove la
 Shakti e l'energia shakta 
si trasferiscono nel loro corpo sottile da sole. È quando questo trasferimento avviene in una coppia, incarnando

la Dea e il Dio 
attraverso l'annichilimento dell'ego, che la
realtà ultima e l'esperienza 

di beatitudine attraversa i corpi sottili

 uniti.


  • Coppia polarizzata
  • Coppia
  • Coppia amorosa
  • L'intreccio armonioso della coppia rappresentata negli altorilievi e statue indiane presenti nei templi comeKhajuraho e Konark Sun Temple.
  • Il segno zodiacale dei Gemelli, che in India non è raffigurato come una coppia di gemelli come in Occidente, ma è rappresentata come una coppia in maithuna, derivante dalla parola sanscrita "mithuna", coppia.

Il culto dei serpenti era, in India come altrove, diffuso già prima del V secolo p.e.v. I Nāga erano un popolo di esseri metà uomo metà serpente, depositari di un'antica conoscenza, e tuttora sopravvivono, presso alcuni templi indiani, raffigurazioni di questi esseri mitologici. Gli stessi Asura, una classe di dèi vedici erano raffigurati anche come dèi-serpente.[16]
« Il Veda è in realtà il sapere dei serpenti. »
(Śatapatha Brāhmaṇa, XIII, 4, 3, 9; citato in Alain DaniélouŚiva e Dioniso, traduzione di Augusto Menzio, Ubaldini Editore, 1980, p. 107)


Mithuna, mithunam: unione sessuale,

 copulazione, rapporto sessuale. (Sanscrito)



Maithunam dravyam: il fluido grezzo

 derivante dal rapporto sessuale. (D.G. White, p. 84)




Fin dall'antichità, 
il serpente è stato considerato 
simbolo di trasformazione grazie alla 
sua capacità di mutare pelle, ed è
 stato associato al benessere fisico
, spirituale e all'illuminazione

Il Bastone di Asclepio, simbolo della moderna medicina, e il Caduceo di Hermes, messaggero degli dèi (cioè mediatore fra l'umano e il divino), presentano rispettivamente uno e due serpenti che si avvolgono attorno ad un bastone. Quest'associazione fra bastone e serpente compare anche in altre narrazione mitologiche, come quella descritta nell'Antico Testamento:

« Il Signore gli disse: "Che hai in mano?". Rispose: "Un bastone". Riprese: "Gettalo a terra!". Lo gettò a terra e il bastone diventò un serpente, davanti al quale Mosè si mise a fuggire. Il Signore disse a Mosè: "Stendi la mano e prendilo per la coda!". Stese la mano, lo prese e diventò di nuovo un bastone nella sua mano. »
(Esodo, 4, 2-4)

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